Purtroppo questi ultimi giorni dell’anno sono stati segnati da nuove catastrofi causate dal dissesto idrogeologico, prime fra tutte le frane a Ischia, che hanno causato morti e distruzione. Guardando i telegiornali, le immagini sui social e le foto sui giornali, possiamo vedere che la macchina dei soccorsi, i gruppi speciali dei vigili del fuoco e della protezione civile si sono subito attivati per prestare aiuto alla popolazione in difficoltà. 

La domanda che tutti ci facciamo è: come è possibile che questi fenomeni causino ancora così tanti morti e distruzione? 

 

Le risposte sono molteplici, si passa da una scarsa prevenzione, agli abusi edilizi in zone fragili, a una mancanza del rispetto di qualunque regola sulla sicurezza. Di dissesto idrogeologico abbiamo già parlato in un articolo precedente dove abbiamo parlato dei problemi nelle Marche, e abbiamo visto come un adeguato sistema di previsione, prevenzione e di mitigazione degli effetti, possa aiutare enormemente a ridurre i numeri, sempre preoccupanti, di morti e danni agli edifici.

 

Prevenire è la parola più usata in questi giorni, in mezzo a mille domande che tutti ci facciamo. Non è un segreto che la maggior parte delle case di Ischia non abbiamo rispettato appieno le norme edilizie per la costruzione, e siano state condonate solo di recente, ne è un segreto che, purtroppo, non sono sia stata fatta un’adeguata valutazione geologica del terreno, quantomeno per costruire con un criterio di sicurezza maggiore. Le costruzioni selvagge, unite a un impoverimento della capacità del terreno di resistere alle forti piogge, e naturalmente l’evento di pioggia eccezionale hanno creato una nuova ondata di morte e distruzione.

 

In questi casi la macchina dei primi soccorsi è fondamentale per evitare danni più pesanti. Infatti, sia i vigili del fuoco, sia la protezione civile, si sono recati subito nei luoghi del disastro per dare i soccorsi fondamentali per evitare una tragedia ancora più grande. Lo abbiamo già visto, i vigili del fuoco, per questi interventi, sono muniti di un’attrezzatura apposita,  che gli permette di mettere in sicurezza la zona, ripristinare, ove ce ne fosse bisogno reti elettriche e di comunicazione e di cercare eventuali dispersi intrappolati sotto le macerie. Lo stesso discorso vale per i volontari della protezione civile che, adeguatamente preparati e equipaggiati, danno un aiuto fondamentale ai soccorsi e alla messa in sicurezza dei luoghi.

 

Essere ben equipaggiati e formati è una prerogativa indispensabile, e se i vigili del fuoco, e i volontari della protezione civile lo sono sicuramente, lo stesso non vale per tutti i volontari che prestano il loro incredibile aiuto per normalizzare la situazione. Questi, grazie anche ai corsi obbligatori di primo soccorso e antincendio messi in essere dalle aziende nelle quali lavorano, riescono a dare un aiuto attento e responsabile, ma comunque devono essere adeguatamente equipaggiati con i dispositivi di sicurezza personale. Solo in questo modo, e con un’adeguata organizzazione e coordinamento, potranno essere un arma in più per i soccorsi.

 

Già, la prevenzione e la capacità di sapere come comportarsi diventa fondamentale in questi casi. I corsi di primo soccorso, e antincendio, obbligatori a livello aziendale, hanno dato una spinta ad assumere la consapevolezza dei rischi, saperli valutare e scegliere come intervenire. Che sia prendere un estintore per sedare un principio di incendio o chiamare tempestivamente i soccorsi, la conoscenza dei principi base di primo intervento ridurrà sicuramente i tempi di reazione e, in questi casi, anche pochi minuti possono fare un’enorme differenza. 

 

Come tutti i fornitori di attrezzature professionali per la sicurezza personale, noi di Ovrema estintori sappiamo bene come un adeguato equipaggiamento sia indispensabile per qualunque soccorritore. Un kit di primo soccorso, unito a una tuta, a dei guanti, a delle calzature antinfortunistiche, oltre a elmetti e imbracature, faranno la differenza e ci renderanno pronti e protetti in ogni evenienza.